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Tribunale cinese stabilisce che il ricorrente deve sopportare le perdite in una controversia sulle criptovalute

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Controversia sul Trading di Criptovalute in Cina

Secondo quanto riportato da Southeast Net, recentemente il Tribunale Ma Wei nella provincia di Fujian, in Cina, ha risolto una controversia per ingiusto arricchimento derivante dal trading di criptovalute.

I Dettagli del Caso

Nell’aprile 2024, un uomo di nome Sui ha contattato un certo Ye su una piattaforma online per proporre l’acquisto di valute virtuali. Dopo che Ye ha accettato, Sui ha effettuato un pagamento di 18.000 yuan tramite Alipay lo stesso giorno. Ye ha venduto a Sui la valuta virtuale a un prezzo di 7,6 yuan per unità, per un totale di 2.368,42 unità di valuta virtuale. In seguito, tra le due parti è insorta una controversia riguardante l’acquisto delle valute virtuali.

Sui ha quindi citato Ye al Tribunale Ma Wei, chiedendo la restituzione della somma di 18.000 yuan per ingiusto arricchimento.

La Decisione del Tribunale

Dopo aver esaminato il caso, il Tribunale Ma Wei ha stabilito che, nella situazione attuale in Cina, le valute virtuali non hanno lo stesso status legale della moneta tradizionale e non possono essere utilizzate come strumenti di pagamento nel mercato. Gli investimenti e il trading di criptovalute da parte dei cittadini compromettono l’ordine normativo finanziario del paese e violano le disposizioni di ordine pubblico e buone pratiche commerciali, pertanto non godono di protezione legale.

Di conseguenza, l’investimento di Sui in criptovalute tramite Ye su una piattaforma di gestione finanziaria online non rientra nelle normative di protezione del diritto civile in Cina, e le perdite devono essere sostenute da Sui stesso. La richiesta di Sui di ottenere indietro l’importo di 18.000 yuan è stata considerata priva di fondamento sia fattuale che giuridico, risultando quindi non sostenibile.

Conclusioni e Avvertimenti

In applicazione dell’Articolo 8 e dell’Articolo 153 del Codice Civile della Repubblica Popolare Cinese, la causa di Sui è stata respinta e la sentenza è ora in vigore.

Il giudice ha avvertito che “molti sono attratti dai presunti ‘alti rendimenti’ delle criptovalute, ma trascurano i rischi legali e le insidie di sicurezza ad esse connesse.”

Gli investitori sono dunque esortati a mantenere alta la consapevolezza dei rischi, a scegliere canali di investimento legali, conformi e sicuri, e a stare lontano da transazioni di criptovalute, considerate un “gioco pericoloso al limite della legalità.”

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