Coinbase e la Corte Suprema: Una Questione di Privacy Digitale
Coinbase sta sollecitando la Corte Suprema degli Stati Uniti a considerare un caso che potrebbe rivoluzionare le leggi sulla privacy digitale in America. Anche se non è una parte diretta del caso, Coinbase si è unita a diversi stati, a X di Elon Musk (precedentemente noto come Twitter) e a un gruppo di associazioni a favore della privacy per presentare un’istanza amicus nel caso Harper contro O’Donnell, mercoledì mattina. L’istanza chiede alla Corte di rivedere l’applicazione della cosiddetta dottrina del terzo partito nell’era digitale.
La Dottrina del Terzo Partito
Questa dottrina, risalente agli anni ’70, sostiene che gli individui perdono la loro aspettativa di privacy quando condividono volontariamente informazioni con terzi, come banche e compagnie telefoniche, o, nel caso specifico, piattaforme di scambio di criptovalute.
Il Caso di Coinbase e L’IRS
Secondo l’istanza, l’IRS ha emesso a Coinbase nel 2016 un mandato John Doe, uno strumento investigativo che costringe le aziende a fornire informazioni su contribuenti anonimi sospettati di violare le leggi fiscali. A differenza dei mandati tradizionali, che mirano a individui specifici, un mandato John Doe richiede dati su un ampio gruppo di persone.
In questo caso, l’IRS ha richiesto informazioni su più di 14.000 utenti Coinbase, sostenendo che aveva bisogno di tali dati per identificare i contribuenti che potrebbero non aver dichiarato i propri guadagni in criptovalute. Nel 2021, l’IRS ha fatto la stessa richiesta al concorrente di Coinbase, la piattaforma di scambio Kraken, e all’emittente di stablecoin USDC Circle.
Riflessioni sul Quarto Emendamento
A un livello generale, Coinbase sta chiedendo alla Corte di riconsiderare come il Quarto Emendamento si applica ai dati finanziari digitali, sostenendo che gli utenti non rinunciano al loro diritto alla privacy semplicemente custodendo informazioni presso un terzo. Pur essendo il caso legato alle criptovalute, tocca il cuore di ciò che rappresentano gli asset digitali e la tecnologia blockchain che li sostiene.
“L’esposizione dell’identità di una persona sulla blockchain apre a una finestra potenzialmente ampia sull’attività finanziaria di quella persona, consentendo di ricostruire facilmente tutte le transazioni effettuate utilizzando quell’indirizzo, o di tracciare transazioni future,” afferma l’istanza.
Coinbase avverte che la capacità dell’IRS di utilizzare un mandato John Doe in questo modo fornisce all’agenzia un monitoraggio in tempo reale di ogni transazione in criptovaluta eseguita dagli utenti interessati.
Riferimenti Giuridici e Prospettive Future
L’istanza fa ampio riferimento a Carpenter contro Stati Uniti (2018), dove la Corte ha stabilito che l’accesso del governo ai dati storici sulla posizione cellulare senza un mandato costituisce una ricerca ai sensi del Quarto Emendamento. Coinbase argomenta che la capacità dell’IRS di ricostruire anni di transazioni sulla blockchain sia addirittura più intrusiva, paragonandola a un “braccialetto di monitoraggio finanziario.”
“Nessuno avrebbe potuto immaginare una società in cui l’IRS possa avere una sorveglianza quasi perfetta sulle transazioni in criptovaluta di migliaia di utenti blockchain, attaccando un braccialetto di monitoraggio finanziario—collegato agli indirizzi dei portafogli degli utenti—per chiunque il governo ritenga possa evadere le proprie obbligazioni fiscali,” afferma la presentazione.
Una decisione su se la Corte ascolterà il caso è attesa entro la fine dell’anno. Se accettato, gli argomenti orali potrebbero svolgersi nel prossimo termine. Una sentenza a favore dei sostenitori della privacy potrebbe portare a un significativo cambiamento costituzionale nel modo in cui i dati digitali sono trattati ai sensi del Quarto Emendamento.
Potrebbe anche costringere agenzie e aziende private a rivedere le proprie pratiche di conservazione e divulgazione dei dati, alterando potenzialmente le strategie di monitoraggio finanziario e giuridico.