Proprietà dell’Asian Crypto Center e Regolamenti Sul Web3
Negli ultimi tempi, una discussione riguardo alla proprietà dell’Asian Crypto Center è riemersa con forza. Il 30 maggio, l’Autorità Monetaria di Singapore (MAS) ha introdotto nuove normative per il Web3, adottando un atteggiamento di zero tolleranza, il che ha scosso l’intero ecosistema crypto del Sud-est asiatico. Il 4 giugno, Wu Jiezhuang, membro del Consiglio Legislativo di Hong Kong, ha commentato sulla piattaforma X:
“Accogliamo le aziende impegnate nel Web3 a Singapore affinché si trasferiscano a Hong Kong. Siamo pronti a fornire assistenza riguardo alle politiche e alla loro attuazione.”
Questa affermazione non è solo un invito aperto all’industria, ma anche un segnale della volontà di ridisegnare il panorama del Web3. Il Web3 non è mai stato un affare esclusivo di una singola regione, ma un nuovo campo di battaglia per la competizione tra finanza e tecnologia a livello globale. Singapore sta ridefinendo i propri confini e chiarendo la sua giurisdizione in un contesto normativo rigido, mentre Hong Kong accelera la sua apertura prudente. Qual è, dunque, il rifugio sicuro per il capitale e l’innovazione nel mezzo di questa tempesta?
Le Nuove Normative di Singapore
Il 30 maggio, il MAS ha emesso nuove normative sui servizi di token digitali (DTSP), richiedendo a tutte le istituzioni e gli individui impegnati in attività legate ai token crypto di ottenere una licenza DTSP entro il 30 giugno, pena la cessazione delle operazioni. Queste normative comprendono anche piattaforme di trading, fornitori di servizi di wallet, protocolli DeFi, mercati NFT e persino influencer (KOL) che pubblicano contenuti di ricerca crypto. I tre principali punti salienti delle normative del MAS sono:
- Nessun periodo di grazia: esecuzione immediata, senza periodo di transizione;
- Copertura totale: tutti i fornitori di servizi di asset digitali sono soggetti a supervisione, indipendentemente dal luogo di registrazione o dal modello operativo;
- Zero tolleranza: le violazioni comporteranno multe o responsabilità penali.
Particolarmente controversa è l’estensione della definizione di sede commerciale: anche chi lavora da casa a Singapore e serve clienti esteri è considerato soggetto a regolamentazione, lasciando molti imprenditori con la sensazione di essere inevitabilmente colpiti. Tuttavia, il 6 giugno, il MAS ha rilasciato un chiarimento supplementare per precisare l’ambito della normativa, cercando di alleviare confusione e panico nel mercato: questo chiarimento indica che il MAS mira a colpire specificamente i fornitori di servizi stranieri che presentano potenziali rischi di riciclaggio transfrontaliero, piuttosto che a vietare totalmente l’industria del Web3.
Allo stesso tempo, l’autorità invia un chiaro messaggio: dopo una serie di scandali, tra cui il fallimento di Three Arrows Capital, l’esplosione di Hodlnaut e l’incidente FTX, lo stile normativo di Singapore cambia da un approccio di sperimentazione aperta a una maggiore prevenzione del rischio. Questa tendenza potrebbe segnare la fine della sua concezione di “Paradiso Crypto Asiatico”, costringendo numerosi progetti start-up a scegliere tra rigorosa conformità o migrazione.
L’Approccio di Hong Kong al Web3
In netto contrasto con il crescente inasprimento delle normative di Singapore, Hong Kong sta accelerando la sua apertura verso il Web3 attraverso un sistema di conformità più flessibile. Dalla pubblicazione della Dichiarazione Politica sullo Sviluppo degli Asset Virtuali nel 2022, Hong Kong ha implementato progressivamente sistemi normativi fondamentali come la licenza per le piattaforme di trading di asset virtuali (VATP), regolazioni sui stablecoin e conformità per le operazioni OTC (over-the-counter), fornendo chiare aspettative al mercato.
Stando ai dati della Commissione Titoli e Futures di Hong Kong, attualmente dieci piattaforme di trading di asset virtuali hanno ottenuto le licenze e permettono esplicitamente la partecipazione degli investitori retail alle transazioni.
Hong Kong non si limita a discutere su carta l’innovazione di prodotto in vari sotto-mercati, come la tokenizzazione di beni reali (RWA), il peg degli asset virtuali e i derivati: ad aprile di quest’anno, è stato approvato dalla Commissione Titoli e Futures il primo ETF del mercato monetario tokenizzato al mondo, realizzato in collaborazione tra Bosera International e HashKey Group; questo ETF è approdato a Hong Kong, che ora rappresenta il più grande mercato ETF di asset virtuali nell’Asia-Pacifico.
Conclusioni e Riflessioni Finali
La rivalità tra Hong Kong e Singapore rappresenta solo un microcosmo dell’ecosistema asiatico del Web3. Le fluttuazioni normative, le diversità politiche e l’evoluzione ecologica sono manifestazioni esterne della dinamica tra capitale e forze innovative nell’era del Web3.
A lungo termine, non si tratta di una competizione in termini assoluti, ma di un rimodellamento del lavoro e delle funzioni nell’ecosistema: Singapore potrebbe trasformarsi in un centro di gestione patrimoniale conforme, mentre Hong Kong assumerebbe il ruolo di laboratorio tecnologico e hub per il capitale asiatico.
Per gli imprenditori, ciò che conta di più non è tanto quale città scommettere, ma mantenere un’accurata percezione e capacità di risposta riguardo alla direzione politica, alle normative in evoluzione e allo spazio di mercato. Il mondo del Web3 è sempre in movimento e la vera sicurezza potrebbe non trovarsi solo sulla mappa, ma anche nei cuori di ciascun team che prende decisioni consapevoli.