Controversie nel Google Play Store
Solo la settimana scorsa, il gigante tecnologico si era scusato per aver accidentalmente bandito i portafogli crypto non custodiali a causa di un aggiornamento mal formulato della politica del Google Play Store. L’ex CEO di Twitter, Jack Dorsey, aveva lanciato con successo la sua app di messaggistica Bluetooth, Bitchat, nell’App Store di Apple il mese scorso, ma la versione Android è stata sospesa dal Google Play Store per presunta volgarità, secondo un messaggio di domenica dello sviluppatore pseudonimo Calle.
Le reazioni della comunità crypto
Questa è la seconda volta in meno di una settimana che Google suscita l’ira della comunità crypto. Mercoledì scorso, un articolo pubblicato da The Rage aveva rivelato un linguaggio impreciso nella nuova politica del Google Play Store, che richiedeva a tutti i portafogli crypto sulla piattaforma di avere licenze e registrazioni governative, una mossa che avrebbe effettivamente bandito tutti i portafogli non custodiali. Google si era rapidamente scusato per l’incidente, cercando di placare le voci di un “colpo di stato crypto”.
Il caso di Bitchat
Tuttavia, ora sembra che il colosso tecnologico di Mountain View, California, abbia commesso nuovamente un errore, ritirando Bitchat dal Google Play Store con l’accusa di volgarità riguardo al nome dell’app di messaggistica.
“Devi scherzare, vero Google Play?”
ha postato Calle su X.
“Dopo settimane di conformità alle loro richieste, ora hanno deciso di rimuovere ‘Bitchat’ per volgarità!”
Calle, un fisico noto per il suo lavoro su Cashu, un protocollo ecash Bitcoin, ha dettagliato l’odissea che ha affrontato nel tentativo di pubblicare Bitchat su Android. Inizialmente, un’app di impersonificazione era stata accidentalmente accettata, raccogliendo circa 100.000 download. Ironia della sorte, quando la versione autentica è stata inviata, è stata rifiutata cinque volte, secondo quanto riferito da Calle.
Frustrazione e risposte di Google
“Ho cercato di inviare l’app reale di Bitchat cinque volte,”
ha spiegato Calle. Apparentemente, Google gli ha comunicato:
“Hai bisogno di dodici tester per due settimane prima di poter pubblicare qualsiasi cosa.”
Nonostante i molteplici rifiuti, ha continuato a ripresentare Bitchat, a volte sfruttando i suoi follower per criticare Google per la loro apparente razionalità frivola.
Tuttavia, l’accusa di volgarità sembra aver colpito un nervo scoperto con Calle, anche se, per essere equi, il nome “Bitchat” contiene una parola volgare. Al momento della scrittura, Google e Calle erano ancora in un punto morto, e la frustrazione espressa dal creatore di Cashu su X è palpabile.
“Questa è la peggiore esperienza che abbia mai avuto,”
ha sfogato Calle.
“Hai bisogno di amici in Google per pubblicare un’app?”
A merito di Google, l’azienda ha risposto lunedì, assicurando a Calle che aveva “escalato” la questione e che uno dei suoi team stava esaminando la situazione.