Arresti in Venezuela per pubblicazione del tasso di cambio
Il governo del Venezuela ha arrestato almeno 20 moderatori della popolare pagina Instagram “Monitor Dólar”, accusandoli di terrorismo, riciclaggio di denaro e frode per aver pubblicato il tasso di cambio parallelo ampiamente utilizzato. A riferirlo è stato il Ministro degli Interni, Diosdado Cabello.
Operazioni e conseguenze economiche
L’operazione, iniziata con incursioni notturne il 29 maggio, riporta in vita tattiche già utilizzate durante l’era dell’iperinflazione del paese dal 2013 al 2018 e rappresenta la mossa più forte in anni per costringere aziende e cittadini a tornare al tasso ufficiale del bolívar rispetto a quello del dollaro della banca centrale.
Cabello ha affermato che l’indagine è stata condotta “nel silenzio” e ha promesso ulteriori arresti.
Nelle strade, funzionari dell’agenzia fiscale nazionale hanno iniziato ispezioni a sorpresa, controllando che supermercati e farmacie prezzassero i beni al tasso ufficiale, attualmente il 38% inferiore al dollaro liberamente quotato, secondo i dati raccolti da El País. Il divario crescente è il prodotto inevitabile di una crisi valutaria.
Impatto delle sanzioni e mercato delle criptovalute
Le sanzioni statunitensi sul petrolio venezuelano sono state nuovamente inasprite ad aprile, e una tariffa del 25% sul greggio del paese dovrebbe entrare in vigore quest’estate, limitando i dollari che la banca centrale può vendere per difendere il bolívar. Il tasso non ufficiale è aumentato del 160% nell’ultimo anno, mentre il tasso ufficiale è salito del 91%, come riportato dalla consulenza Ecoanalítica.
I commercianti affermano che la differenza è ora troppo grande per essere ignorata; molti segnano già i prezzi in dollari nei gruppi WhatsApp prima di convertirli in bolívar al momento del pagamento.
La repressione rischia di accelerare una soluzione inaspettata: le stablecoin. Chainalysis stima che i venezuelani abbiano spostato circa 20 miliardi di dollari attraverso le criptovalute nel 2024, segnando un aumento del 110% rispetto all’anno precedente.
“Le stablecoin offrono ai venezuelani un modo per preservare la loro ricchezza e fare transazioni in una valuta più stabile,” ha dichiarato l’economista Dan Cartolin di Chainalysis a El País a gennaio.
I trader peer-to-peer su Binance e nei gruppi Telegram quotano i tassi ogni pochi minuti, un processo quasi impossibile da controllare per le autorità.
Questioni legali e di libertà di parola
L’amministrazione del presidente Nicolás Maduro ha già combattuto in passato contro le informazioni sui tassi di cambio pubblici. Nel 2015, la banca centrale ha citato in giudizio DolarToday, con sede negli Stati Uniti, e ha periodicamente bloccato il sito, ma i venezuelani si sono semplicemente spostati sui social network e nelle chat di gruppo.
Gli analisti si aspettano un simile modello “whac-a-mole”, solo più veloce, perché i dollari digitali vengono scambiati in pochi secondi. La offensiva legale solleva anche interrogativi sulla libertà di parola.
I gruppi per i diritti affermano che accusare i civili di terrorismo per aver pubblicato i prezzi viola le garanzie del giusto processo sotto la Costituzione del Venezuela del 1999. Il governo controbatte che le quotazioni non ufficiali “seminano panico” e alimentano la speculazione.
Prospettive future
Per ora, i commercianti si trovano di fronte a un dilemma: vendere al tasso statale e subire perdite o rischiare sanzioni per utilizzare il tasso di mercato. Se la repressione possa ridurre il divario dipende dalla capacità della banca centrale di immettere dollari, cosa difficile quando le sanczioni colpiscono e le entrate petrolifere calano.
Se il divario persiste, la storia suggerisce che i venezuelani intensificheranno l’uso dei dollari digitali, consolidando un sistema non ufficiale che lo stato fatica a tassare o monitorare. In questo scenario, gli arresti potrebbero dimostrarsi una nota a margine in una storia più ampia: la migrazione irreversibile di una nazione stanca di crisi verso le reti delle stablecoin al di fuori della portata di Caracas.