Critiche al New York Times da parte di Ripple
Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha espresso forti critiche nei confronti del New York Times per un recente articolo che considera un “attacco” alla nuova amministrazione della U.S. Securities and Exchange Commission (SEC). Garlinghouse sostiene che l’articolo costruisca una narrazione fuorviante riguardo al motivo per cui la SEC sta abbandonando alcuni casi legati alle criptovalute.
Secondo il NYT, il ritiro della SEC sarebbe frutto di favoritismo politico, ma Garlinghouse ribatte che si tratta, in realtà, di una correzione necessaria di una strategia di enforcement “illegale” e giuridicamente insostenibile adottata dall’ex presidente Gary Gensler.
Critiche specifiche e omissioni
Il CEO di Ripple ha criticato specificamente il New York Times per aver omesso contesti chiave, come le osservazioni di giudici federali che hanno messo in discussione il comportamento della SEC durante la precedente amministrazione. Un esempio è la sentenza della Corte d’Appello del D.C. Circuit, in cui i giudici hanno definito il rifiuto della SEC di approvare un ETF Bitcoin “arbitrario e capriccioso”. Inoltre, nel caso Debt Box, un giudice federale ha sanzionato la SEC per aver fornito “rappresentazioni materialmente false e fuorvianti”.
“Questo non è giornalismo. Questo sta attivamente promuovendo una narrazione falsa e fallita,” ha dichiarato Garlinghouse.
Reazioni dal settore
Anche altre figure del settore, come Paul Grewal, chief legal officer di Coinbase, e Alex Thorn, responsabile della ricerca aziendale di Galaxy Digital, hanno criticato il noto quotidiano per il suo articolo. Grewal ha sottolineato che il titolo e il tono dell’articolo suggeriscono corruzione, nonostante i giornalisti ammettano di non aver trovato prove a sostegno di tali affermazioni. Se non ci sono evidenze di pressione o influenza, sostiene, allora la narrazione di favoritismo politico risulta costruita.
Thorn ha aggiunto che il Times si basa sull’effetto amnesia di Gell-Mann, il che implica che i lettori sono troppo disinformati per rendersi conto che il comportamento della precedente amministrazione era l’anomalia reale. L’analista ritiene che la strategia precedente fosse giuridicamente e politicamente insostenibile, accusando il NYT di alimentare una “demenza crypto”.