Introduzione
Braden John Karony, CEO della società di criptovalute SafeMoon, ha fatto riferimento alla direttiva del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) riguardo la decisione di non perseguire alcune accuse legate alle criptovalute, nel tentativo di far archiviare il caso contro di lui e la sua azienda.
Dettagli della lettera
In una lettera datata 9 aprile, indirizzata al giudice federale di New York, Eric Komitee, l’avvocato di Karony, Nicholas Smith, ha sottolineato come il tribunale dovrebbe considerare un memo del 7 aprile del Vice Procuratore Generale degli Stati Uniti, Todd Blanche, che ha annunciato la chiusura dell’unità crypto del DOJ.
“Il Dipartimento di Giustizia non è un regolatore degli asset digitali”, ha affermato Blanche nel memo, aggiungendo che il DOJ “non perseguirà più contenziosi o azioni di enforcement che possano sovrapporre framework normativi agli asset digitali.”
Blanche ha anche esortato i pubblici ministeri a non accusare violazioni delle leggi sui titoli e sulle materie prime, qualora il caso richiedesse al DOJ di stabilire se un asset digitale sia considerato un titolo o una materia prima, quando sono disponibili accuse come la frode telematica.
Eccezioni e interessi di Karony
Nella nota a piè di pagina della lettera, l’avvocato di Karony ha specificato che un’eccezione alla nuova direttiva del DOJ si applicherebbe solo nel caso in cui le parti intendessero difendere che un asset crypto fosse considerato un titolo, ma ha ribadito che “Karony non ha tale interesse.”
Accuse e situazioni legali
Nel novembre 2023, il Dipartimento di Giustizia e la Securities and Exchange Commission (SEC) hanno presentato accuse simultanee di violazioni di leggi sui titoli, frode telematica e riciclaggio di denaro contro Karony e altri dirigenti di SafeMoon. Il governo sostiene che Karony, il creatore di SafeMoon, Kyle Nagy, e il Chief Technology Officer, Thomas Smith, abbiano sottratto asset per un valore di 200 milioni di dollari dal progetto, malversando i fondi degli investitori.
Questa lettera rappresenta l’ennesimo tentativo di Karony di chiedere l’archiviazione del caso. A febbraio, ha richiesto che il suo processo, inizialmente previsto per il 31 marzo, fosse rinviato poiché sosteneva che le proposte di politica crypto del presidente Donald Trump potessero influenzare l’esito del caso.
Cambiamenti nella difesa e situazioni aziendali
Più tardi, sempre a febbraio, Smith ha cambiato la sua dichiarazione in colpevole, ammettendo di aver partecipato a un presunto schema di frode crypto da 200 milioni di dollari. Nagy risulta attualmente latitante e si presume si trovi in Russia. SafeMoon ha inoltre presentato richiesta di fallimento nel dicembre 2023, appena un mese dopo essere stata colpita da due cause da parte della SEC e del DOJ.
L’azienda ha subito un attacco informatico nel marzo 2023, durante il quale l’hacker ha accettato di restituire l’80% dei fondi sottratti.