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JPMorgan permetterà ai clienti di utilizzare Bitcoin ed Ether come garanzia per prestiti: Report

prima di 2 settimane
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JPMorgan Chase & Co. e l’Integrazione delle Crypto nel Credito

JPMorgan Chase & Co. sta lavorando per consentire ai suoi clienti istituzionali di utilizzare Bitcoin ed Ethereum come garanzia per prestiti, segnando una delle integrazioni più dirette degli asset crypto nei sistemi di credito di Wall Street fino ad oggi. Il programma, previsto per essere lanciato entro la fine del 2025, si baserà su un custode di terze parti per detenere i token impegnati, secondo un report di Bloomberg pubblicato poche ore prima dell’apertura di venerdì.

Le azioni di JPMorgan sono aumentate dello 0,18% nel trading pre-mercato, raggiungendo i $294,93.

Dettagli del Programma

Sotto il framework riportato, i clienti potrebbero impegnare crypto detenute da un custode approvato contro linee di credito o prestiti strutturati, consentendo alle banche di gestire l’esposizione senza prendere direttamente custodia degli asset digitali. Questa iniziativa si basa sulla decisione precedente di JPMorgan di accettare fondi negoziati in borsa (ETF) crypto come garanzia, estendendo quella politica dai derivati e dalle azioni di fondi agli asset sottostanti stessi.

Decrypt ha contattato JPMorgan per chiedere se il programma sia già attivo o ancora in fase di sviluppo, e come la banca prevede di gestire custodia, valutazione e rischio per le crypto utilizzate come garanzia per prestiti. Aggiorneremo questo articolo qualora la banca risponda.

Implicazioni per il Mercato

Una volta attivo, il programma potrebbe posizionare Bitcoin ed Ethereum all’interno dello stesso ecosistema di garanzia degli strumenti di investimento tradizionali come i Treasury, l’oro o le azioni, sebbene con una maggiore volatilità e rischio.

Tuttavia, la mossa di JPMorgan potrebbe essere “più una questione di inevitabilità“, dato che in passato non era così accogliente nei confronti delle crypto, ha dichiarato Samuel Patt, co-fondatore del metaprotocollo Bitcoin OP_NET, a Decrypt. Patt ha notato una “tensione fondamentale” in atto, in cui Bitcoin, per esempio, è stato costruito “per rimuovere il rischio di controparte, non per essere riipotecato all’interno dello stesso sistema che doveva interrompere.”

“Più le istituzioni finanziarie integrano Bitcoin, più dovranno imparare a seguire le sue regole, non viceversa,” ha affermato Patt.

Le Sfide della Gestione del Rischio

Quando le banche iniziano ad accettare crypto, introducono “asset 24/7, mark-to-market in un sistema che opera ancora su binari di regolamento legacy,” ha spiegato Patt. “Questo sfida la gestione dell’esposizione al credito; non puoi trattare BTC allo stesso modo in cui tratti i Treasury o le obbligazioni societarie.”

“Il desk del rischio ora deve modellare la volatilità intraday, la liquidità degli scambi e la solvibilità del custode in tempo reale. I comitati di credito avranno bisogno di nuovi framework per le garanzie crypto: margini dinamici, feed oracle off-chain e assicurazione del rischio di custodia diventano requisiti fondamentali, non pensieri secondari,” ha aggiunto Patt.

Trend nel Settore Bancario

La mossa di JPMorgan sembra seguire un allineamento più ampio tra le banche statunitensi mentre integrano asset digitali nel prestito e nella gestione degli asset, nel contesto di sforzi per ricalibrare le linee guida federali sull’impegno crypto. Prima che il GENIUS Act emergesse a luglio, le principali banche statunitensi stavano già consolidando piani per sfidare il mercato delle stablecoin.

A luglio, BNY Mellon ha collaborato con Goldman Sachs per lanciare un prodotto di mercato monetario tokenizzato per clienti istituzionali, estendendo le sue capacità di custodia e regolamento degli asset digitali, già attive dal 2021. Il mese scorso, Morgan Stanley si è impegnata a consentire ai clienti al dettaglio sulla sua piattaforma ETrade di negoziare Bitcoin, Ethereum e Solana entro il secondo trimestre del prossimo anno. All’inizio di questo mese, la banca ha confermato di stare allentando le restrizioni sugli investimenti in crypto, ampliando l’accesso ai fondi crypto in tutti i segmenti di clientela e tipi di conto, inclusi i conti pensionistici.

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